martedì 16 giugno 2009

Tutto Saya e Chiesa


“Sono solo calunnie! Sul cappello non sarà applicata nessuna aquila, ma un innocente baccaccia uncinata, e sul braccio non c’è nessun sole nero: è un simbolo maori che riproduce la dea della fertilità. E poi, scusate, ma innegabilmente la cravatta nera sta bene su tutto!”

Così ribatte il fondatore del nuovo Msi Gaetano Saya, alle accuse mosse dai soliti pretestuosi giornali di sinistra, inquietati dalla presentazione della nuova Guardia Nazionale Italiana, la “ronda nera” che si contenderà con le “guardie padane” fino all’ultimo extracomunitario in circolazione.
I primi a farne le spese sono stati un gruppo di ingegneri cingalesi dispersi nel perimetro della Fiera di Milano e fermati a turno da una ronda verde e nera: la prima, composta da pensionati bergamaschi, non è riuscita a comunicare con il centralino dei carabinieri, a causa del reale handicap di parlare esclusivamente in dialetto bergamasco strettissimo, molto simile al suono onomatopeico della polenta in ebollizione. I secondi, un manipolo di liceali brufolosi, dopo essersi intrattenuta per un buon quarto d’ora in una sfida tra saluti romani e gesti di padana virilità con i colleghi leghisti, ha segnalato alle forze dell’ordine la sospetta presenza di un gruppo di immigrati provenienti dal cingana, ottenendo una sonora pernecchia dalla centralinista sarda seguita da un’indolente bossa nova di attesa che li ha tenuti occupati fino alla fine del turno.

Ma la sfida al primato della sicurezza si colora di nuove inaspettate tinte, tanto da costringere la Benetton ad ampliare la gamma cromatica delle camicie in vendita.

Camicie rosse
Sono la risposta della sinistra antagonista allo tradizione squadristica destroide e si prefiggono l’obiettivo di proteggere i cittadini immigrati dalla ferocia dei pensionati e dei cassintegrati. Nati in un momento di slancio di avanguardia futurista dei tre leader Ferrero-Vendola-Diliberto, rivendicano l’unità d’intenti del comunismo all’italiana, senza però rinunciare alla dialettica e al dibattito interno fine a stesso, glorioso passatempo entrato di diritto nella hall of fame dei giochi da tavolo, insieme al monopoli e alla morra cinese. Durante la loro prima uscita nei dintorni di Prato, intorno alle 21, la “Pattuglia Arcobaleno” si è dapprima soffermata sulle modalità di formazione (i duri e puri sostenitori della fila indiana, i vendoliani per le coppie mano nella mano modello scuole primarie, mentre Diliberto consilgiava caldamente il modello “branco di lupi”) giungendo poi all’inevitabile dolorosa decisione di una scissione. Verso le 23 si contavano 37 squadre Arcobaleno, di cui 5 già disperse, ognuna delle quali rivendicava il primato di rappresentanza comunista della nutrita comunità cinese, la quale, di tutta risposta, si difendeva con reiterati lanci di nuvole di gamberi e grappe di rose.

Camicie azzurre a pois
A causa della crisi, migliaia di broker mediolanum e centinaia di giovani imprenditori finiti sul lastrico grazie agli investimenti proposti dagli stessi broker mediolanum, si sono uniti contro il pericolo comunista alle porte dei confini italiani. Come noto, l’orda di badanti dell’est europeo continua a irretire gli arzilli anziani italiani, costringendoli a votare il PD e impedendo al Pdl di superare la fatidica soglia del 45 %, risultato che permetterebbe a tutti gli iscritti il raddoppio dei bollini e la tanto bramata conquista di uno dei fantastici premi messi in palio dal premier in persona, tra cui: una festa di compleanno in un ristorante a scelta di Casoria, con servizio fotografico ritoccato da Alfonso Signorini, una raccolta di lascivi filmini pornografici amatoriali con protagonista Veronica Lario e Massimo Cacciari, una trasferta gratuita casa-lavoro su un aereo di stato, un cucù a scelta ad uno dei numerosi capi di stato al G8 dell’Aquila.

Senza camicie
Cappeggiati da Fabrizio Corona, le squadre di “senza camicie” permettono di riciclare migliaia di ex tronisti disoccupati, evitando così un rovinoso bagno di sangue negli affollatissimi casting delle reti Mediaset. Completamente depilati e cosparsi con il solito olio di fegato di merluzzo, indispensabile per donare quell’allure macho e languido allo stesso tempo, pare siano il miglior deterrente per la piccola criminalità. L’olezzo insopportabile che li anticipa a kilometri di distanza, unito all’incedere scomposto e scoordinato che nelle loro intenzioni dovrebbe conferirgli un’immagine da copertina patinata, ma che agli occhi dei più li fa sembrare solo paraplegici, allontana le cattive intenzioni anche dei malcapitati più determinati.

Camicie velate
Come per i “senza camicie” , la loro formazione è stata caldamente favorita dalla Procura Generale per un’esigenza di ordine pubblico: al termine della stagione televisiva, migliaia di giovani ragazze ambiziose e arroganti si ritrovano senza la loro dose quortidiana di battibecchi, insulti e polemiche, diventando più pericolose di un gruppo di eroinomani nel deserto. Secondo le stime del Viminale, la lotta alla criminalità sarebbe un espediente sufficiente per sfogare la naturale aggressività delle giovani sgallettate, tuttavia, pare che alla prima uscita siano state avvistate contendersi un immigrato clandestino nigeriano, assunto immediatamente a tronista della situazione e costretto coercitivamente a corteggiare ognuna delle ragazze cantando una canzone neomelodica napoletana a testa.

Camicie blu
Sono squadre composte da cassintegrati della Fiat che si occupano principalmente della sicurezza del parco auto delle maggiori città italiane. A gruppi di 4, procedono serrati nei parcheggi pubblici eseguendo gratuitamente tagliandi completi, cambio filtri e sostituzione pneumatici. Essendo le uniche ronde utili alla società, sono stati prontamente repressi nella violenza da un editto del Ministro Maroni, scomunicati dal Papa e osteggiati dall’opinione pubblica perché le loro divise sono sporche d’olio.