venerdì 24 ottobre 2008

Il broker ha la mastite

Grazie ai miei informatori (in realtà il mio unico informatore è un pappagallo albino di nome Oreste. Parla correntemente 14 lingue, diplomato alla Scuola Radio Elettra, master alla Bocconi e un attestato di frequenza al corso di telecinesi di Giucas Casella. È stato nel biennio 2002-2003 il ghost writer di Maurizio Gasparri e contemporaneamente capogruppo alla camera del Sudtiroler Volkspartei portando avanti la battaglia per il riconoscimento dell’amore zoofilo. A causa di un crudele scambio di documenti perpetrato nottetempo del sadico Cossiga, Gasparri si è ritrovato a far l’amore con uno stambecco ed è stata vinta la battaglia per il riconoscimento della dislessia. Ora è nascosto in un controsoffitto della Farnesina, in contatto radiofonico con le principali ambasciate e con il consiglio di sicurezza dell’ONU. Spacciandosi spudoratamente per la centralinista di Postalmarket è riuscito a vendere a Ban Ki Mun una statua in plastica di una ballerina balinese, un ferma carte a forma di Buddha ridanciano e un cassetta di mele renette) sono entrato in possesso di un documento a dir poco eccezionale: il diario di un broker di piazza affari del quale riporto la cronaca della settimana borsistica appena trascorsa.

Lunedì

Grande euforia sul mercato americano. La speculazione sulle gallette di riso sta dando i suoi frutti: scomparse per mesi dai banchi dei supermercati, con profonda gioia dei consumatori, si stanno riversando in pochi minuti sui mercati globali. Massaie nel panico da recessione stanno comprando alle casse dei Famila di mezza Italia i futures sull’intera produzione fino al 2030, mandando nel panico le cassiere con la conta dei bollini.

Martedì

Un broker di Wall Street, infastidito dall’obesità della moglie, decide di vendere tutte le sue opzioni di acquisto sulle gallette di riso scatenando un crack mondiale del settore. Suicidi a catena nel comparto alimentare, dai fratelli Barilla al Mago Galbusera. Le massaie si rendono conto di aver speso i risparmi di una vita in gallette di riso. Le più temerarie provano ad assaggiarne una.


Mercoledì

Durante la seduta del mattino gli scambi sono rimasti molto deboli. Le gag si sprecano. Alcuni porgono ai compratori le azioni ritirando la mano subito dopo, altri danno in pasto agli speculatori i biglietti del Monopoli. Verso mezzogiorno un borsista di origine pugliese si addormenta sulla tastiera del computer digitando casualmente “merda” e scatenando alla borsa di Tokio l’acquisto di intere masse di letame argentino. Il Nikkei guadagna in mezza seduta il 4500%. I broker di Wall Street, noti nel mondo per la sfrenata avidità, defecano in pubblico e rivendono le proprie deiezioni. Il sisso supera il platino nelle quotazioni ed è il nuovo bene rifugio. Napoli è ora davvero milionaria. A fine serata gli allevatori bovini francesi si comprano il Paris Saint Germain. Quelli valtellinesi, presi da schizofrenica euforia, portano le mucche a svernare a Capri. I bovini si rendono conto del loro valore e aderiscono subito ad una sigla sindacale unitaria, recriminando la detassazione degli straordinari. Emma Marcegaglia chiede maggiore produttività e un bicchiere di acqua gassata.


Giovedì

Il Wall Street Journal scopre la bolla speculativa e titola “La merda puzza”, costringendo i fondi pensione americani alla ritirata.

Lo Hang Seng perde 70 punti percentuali in una manciata di secondi. Il Nasdaq va in prigione e pesca una carta dagli imprevisti.Gli allevatori, ancora sotto gli effetti della sbornia borsistica, si dimenticano di mungere. Le mucche hanno la mastite e fuggono oltralpe protette dagli ex-brigatisti. I risparmiatori italiani si rendono conto di aver messo del letame sotto i materassi e dentro le casseforti. Berlusconi a reti unificati consiglia gli italiani di non venderlo perché in 12/24 mesi si rivaluterà sicuramente.


Venerdì

Contrariamente alla fame infausta del venerdì, gli scambi hanno preso vivacità subito dopo l’annuncio dell’OPEC di aumentare la produzione di petrolio. L’advisor degli Emirati Arabi, vestito come Anubi, sbaglia a tracciare il simbolo cuneiforme sulla tavoletta di cera e ordina l’estrazione di una quantità smodata di petrolio. La benzina comincia a fuoriuscire dalle pompe dei distributori in maniera incontrollata. Gli automobilisti si lasciano andare a triviali esibizioni di virilità, facendo bidet con la V-Power e prendendo d’assalto la più vicina concessionaria Hummer. Le massaie annaffiano i fiori col Selenia e cominciano forsennatamente a smacchiare con la trielina tutto quello che trovano. A fine serata le riserve mondiali di petrolio sono scese di 1/3 mentre la maggioranza degli italiani continua a girare in automobile senza meta. Gli unici che rimangono in casa sono tacciati di “non fare la politica del fare” e seviziati brutalmente con la pistola del gasolio.

Le contrattazioni si chiudono con una rettifica da parte dei paesi produttori. La benzina sfiora i 10 euro al litro e già a fine serata è diventata appannaggio dei più facoltosi, con conseguente arrogante esibizionismo da parte delle signore della Milano bene, le quali non si lasciano scappare l’occasione di passeggiare in centro con il proprio carlino imbibito di nafta pesante.


Sabato

Nuova stagnazione del mercato. I broker lanciano le palline di carta ciucciate sul soffitto di Piazza Affari (che essendo una Piazza non ha soffitto e pertanto le palline ricadano tragicamente negli occhi dei lanciatori). Si è ormai speculato su tutto, dalle testate nucleari ai cartoni unti della pizza e le principali banche d’affari setacciano le Pagine Gialle per trovare nuovi settori su cui investire. Dopo un summit ad alti livelli si giunge all’agghiacciante conclusione: sono rimasti solo le lampadine bruciate e le statuine Thun. A Piazza Affari la prospettiva di contrattare angeli paffuti di terracotta provoca nausea, emicrania e crisi di panico anche nei broker più scafati. La BCE e la Federal Riserve sono in continuo contatto telefonico. Gli orientali fanno appello a Confucio e si rifiutano categoricamente di puntare le loro riserve auree sulle fetenti statuine tirolesi. Europa e Stati Uniti capitolano. Il Sole 24 Ore pubblica la notizia.

È il delirio.

Migliaia di massaie rompono le lampadine di proposito e telefonano al loro Personal Banker Mediolanum per venderle, ma loro non rispondono. Sono tutti al Parco Lambro preda di visioni allucinogene che girano forsennatamente su se stessi facendo i cerchi col bastone di Ennio Doris.

L’Italia è al buio. Migliaia di anziani cadono dalle scale. Nessuno muore ma tutti si fratturano il bacino e provano a rincollarlo col Polident.

Solo a notte inoltrata la notizia del lancio intercontinentale del nuovo prodotto Apple apre uno spiraglio di salvezza. Steve Job presenta in pompa magna l’I-Phone col guscio Meliconi che rimbalza e non si rompe. Scene di delirio collettivo tra gli adolescenti giapponesi che prendono d’assalto i negozi di elettronica per accaparrarsene uno. Più del 70 % acquista inconsapevolmente un telecomando Mivar e, grazie all’autosuggestione, conversa per ore con il vuoto pneumatico.

Il mercato delle lampadine rotte è nel baratro. Berlusconi consiglia le massaie di non preoccuparsi che fra 6-8 mesi le lampadine si riaccenderanno.


Domenica

Piazza Affari è chiusa. Un po’ di agognata serenità nelle famiglie del tipico broker milanese: la moglie che prepara il pranzo, il cane che rantola e il marito che insegna al piccino ad andare in bicicletta, rimasta purtroppo senza ruote dopo la frenetica speculazione sui cerchi a raggi. I bambini arrancano strisciando il telaio sull’asfalto e i padri inveiscono accusandoli di “non fare la politica del fare”.

Nel frattempo si consuma il dramma.

Migliaia di massaie e allevatori convergono inferociti verso Piazza Affari, rompono le vetrate di Palazzo Mezzanotte e riescono a penetrare nella sala delle contrattazioni, accorgendosi con loro profonda meraviglia di essere nello studio di Buona Domenica. Paola Perego li invita a sedersi e a esprimere il loro disagio. Le massaie accusano gli allevatori di essere falsi davanti alle telecamere. Gli allevatori invocano l’arrivo di Maria De Filippi che poco dopo entra ballando la breakdance (grazie ad una palese controfigura) accompagnata dai suoi “Amici”. Le massaie sono ai vertici dell’entusiasmo e il lunedì mattina presto si precipitano al supermercato, svuotandolo di tutti i beni alimentari e non. L’economia è salva.

martedì 21 ottobre 2008

Le comuniste hanno le gambe corte

(NOVITA'!!! CLICCANDO SULLE SCIRTTE IN BLU PUOI COLLEGARTI ALLA WEBCAM DEL TUO PERSONAGGIO PREFERITO, SORPRENDENDOLO IN DIRETTA NELLA SUA INTIMITA'!!!)

Chi dava ormai per spacciato il Partito Democratico dovrà prontamente ricredersi. Con una mossa mediatica degna del miglior Silvan d’annata, Walter Veltroni ha spiazzato tutti sfidando il premier sul suo stesso terreno e inaugurando in pompa magna la messa in onda del nuovo canale televisivo youdem.tv (premetto che come colpo di scena mediatico mi pare un po’ debole dato che il 60% degli Italiani intervistati al proposito da Renato Manahaimer ha dichiarato “Non me ne frega un cazzo”, il 25% “Anche se sono di sinistra posso dire in tutta franchezza che non me ne frega un cazzo”, il 15% “ Mi sembra un’ottima idea per risollevare il livello culturale degli Italiani, ma credo che non lo guarderò perché non me ne frega un cazzo”, mentre il restante 10% ha espresso palese giudizio mediante il gesto dell’ombrello. Personalmente avrei suggerito un coup de teatre che comunicasse la forza e la determinazione della sinistra italiana, per esempio, rapire il Papa, seviziare Lorena Bianchetti, spedire Capezzone nello spazio siderale con un tondeggiante vecchio caro Sputnik, ingozzare Storace di olio di ricino o ricostruire l’immagine pubblica di Mara Carfagna. Tutte idee genuine e semplici da realizzare, a parte l’ultima, palesemente utopistica.)

Ovviamente nulla di comparabile con la “televisione delle libertà”, accreditata di oltre 64 milioni di telespettatori ogni giorno (fonte: Paolo Bonaiuti) che si accalcano sugli schermi dei PC di tutto il mondo per assistere il sottosegretario al turismo Vittoria Michela Maria Giovanna Immacolata Consuela Incidentata Brambilla che saluta con la manina in diretta dalle capitali europee, dove cerca di convincere la popolazione locale a villeggiare nel nostro paese, ricevendone in cambio una collezione di “fottiti” in 32 lingue diverse.

Ma la vera competizione è intestina alla sinistra. La sfida non sarà facile. I concorrenti sono agguerriti e senza scrupoli, primo fra tutti il network di Massimo D’Alema “red.tv, salito recentemente alla ribalta per essersi accaparrato i diritti in esclusiva 2009-2011 dei programmi del Bagaglino.

Perfino la sinistra radicale si è inaspettatamente riunita sotto l’ala di youtogliatt.tv, il canale digitale allegro e spensierato interamente dedicato alla riscoperta della grande tradizione socialista e comunista del nostro Paese.

Intrigante il palinsesto: tra un documentario sulla gioiosa vita rurale delle campagne Moldave e un film sulle mondine dell’Ucraina (in realtà uno spudorato remake di Riso Amaro con Lucia Annunziata nel ruolo della Mangano e un Boris Eltsin, più sbronzo che mai, nella parte che fu di Gassmann) scoppiettanti dibattiti in studio tra Bertinotti e Diliberto sull’etimologia della parola “gabinetto”, moderati a suon di rutti dal sempre elegantissimo Francesco Caruso e dai suoi cani. E poi lezioni di coreano del nord con Marco Rizzo, una divertente sit-com ambientata tra i lavoratori di un’acciaieria azera con Sandra Mondaini e Raimondo Vianello e il tg satirico condotto dalla spassosa coppia Franco Turigliatto – Fernando Rossi.

Grande attesa per “Il Kolchoz dei famosi”, realty show condotto da Lucia Annunziata in cui un gruppo di sostenitori della Sinistra Arcobaleno, selezionati a loro insaputa dalle schede delle primarie, saranno segregati nella sede milanese di Libero, costretti ad aiutare la redazione nella stesura dell’imparzialissimo quotidiano. Il concorrente che sopravviverà alle domande provocatorie di Oscar Giannino, alle bufale di Renato Farina e all’alito di Vittorio Feltri, vincerà un buono valido per due persone per un piatto di tortellini alla panna alla Festa dell’Unità di Reggiolo. Dallo studio di Skopje la conduttrice Lucia Annunziata istigherà i concorrenti alla violenza fisica, diffondendo con sadica soddisfazione false notizie sui risultati della domenica calcistica.

Previsti ascolti record anche per l’innovativo reality show, “La talpa”: 12 capisezione delle sedi umbre di Rifondazione, selezionati a loro insaputa dalle liste elettorali, saranno rinchiusi in una scuola elementare di Orbetello, all’interno della quale si nasconde Gianni Baget Bozzo (vestito da fantasma dell’opera). La loro missione è stanarlo ed evitare lo stillicidio tra gli studenti. Solo uno sopravviverà alle sevizie di Don Gianni e si porterà a casa un servizio di pentole con il fondo fuso alto un centimetro marchiato PCI, pezzo cult per gli antiquari d’oltralpe. Dagli studi di Astana, Lucia Annunziata metterà in difficoltà i concorrenti con domande tautologiche del tipo “la sinistra è in grado di governare?”, a cui seguirà una lunga pernacchia da parte dei bambini della scuola.

In forse l’altro grande format: X factor (in riferimento al fattore optometrico dell’Annunziata). In diretta dagli studi abbandonati di Telekom Serbia a Belgrado, Lucia Annunziata selezionerà le giovani promesse del folk-turbo-rock balcanico, provvedendo personalmente all’eliminazione dei meno talentuosi, a pedate nel deretano. Moderatore e ospite d’onore, Francesco Cossiga, il quale approfitterà biecamente della favorevole posizione geopolitica per rivelare il suo coinvolgimento diretto nei principali scandali del ‘900, dal Watergate a Ustica, dallo scandalo Lockeed alla scomparsa di Wendy Windham.

Il problema più spinoso per il produttore esecutivo della nuova rete è stata la ricerca di vallette, veline e letterine, necessarie come unico patetico espediente per attirare parte dell’elettorato del centro destra. Anche in questo caso le selezioni sono state un vero e proprio trionfo: disertate dalle solite noiose popputissime ventenni, scoraggiate dalla prospettiva di diventare, al massimo, ministro ombra delle pari opportunità, sono state prese d’assalto dalle cuoche della Festa dell’Unità, da maestre elementari in pensione e da ex sessantottine con la ricrescita. Nella giuria, oltre ad un esperto di bellezza femminile come Enzo Mirigliani, per l’occasione lucidato a specchio con il Legno Vivo, Riccardo Schicchi (in veste di talent scout) e Umberto Smaila (in veste di pappone).

Matte risate il mercoledì sera con “La sai l’ultima su Pecoraro Scanio?”, il programma dove i concorrenti si sfidano a irridere il carismatico ex leader dei Verdi con barzellette che ormai per numero e qualità hanno superato di gran lunga quelle sui carabinieri. Mattatore della serata lo scoppiettante Paolo Cento che con le sue freddure del calibro di “Cosa ci fa un hippie in municipio? Una comune!” ha fatto sbellicare generazioni di portaborse e dermatologi. Conduce Lucia Annunziata che, non avendo mai riso in vita sua, chiuderà il programma dopo due minuti, cacciando a pedate concorrenti e ospiti.

Al termine della prima giornata di programmazione, le scissioni interne hanno portato a 24 il numero dei canali dell’opposizione, fra i quali spicca quello di Lucia Annunziata: in segno di protesta alla vacuità della sinistra italiana, la simpatica giornalista si limiterà ad annunciare il segnale orario accompagnata dalla musica di Psycho, passando il resto della giornata a fissare negli occhi i telespettatori, istigando con l’ipnosi i più suscettibili ad inconsci atti di autolesionismo (per esempio abbonarsi a Panorama o iscriversi a Scienza e Vita).

martedì 14 ottobre 2008

Il bidello è al gate numero 3!

Dato il grande successo ottenuto nella gestione dell’annosa partita Alitalia, il governo Berlusconi ha deciso di applicare il credo Tremontiano in tutti gli ambiti della vita pubblica. Perché ragionare a scatole cinesi come la veterocrazia comunista? “I problemi vanno affrontati in modo interdisciplinare e possibilmente dopo i pasti a stomaco pieno” ha dichiarato il ministro Rotondi.

Ad iniziare è stata come sempre la prima della classe, Mariastella Gelmini, che ha deciso risolutamente di gestire il problema dell’istruzione pubblica con un metodo geniale e assolutamente innovativo : lo stato d’emergenza.

In mancanza del commissario Fantozzi ha prontamente contatto i suoi più stimati colleghi per trovare la persona consona alla gestione dell’emergenza: Christian De Sica, all’estero per le riprese del nuovo cinepanettone, si è subito chiamato fuori, idem per Massimo Boldi e Renato Pozzetto. In forse Lino Banfi, caldeggiato dagli esponenti di AN, in particolare Maurizio Gasparri suo grande fan, in quanto l’aspetto geriatrico-bonario lo rende particolarmente gradito ai bambini e ai nonni. Pressing dell’ala centrista su Lando Buzzanca.

Grandi investimenti sulle infrastrutture scolastiche: i desk Alitalia smontati da Malpensa e le sale riposo piloti dei principali scali aeroportuali saranno utilizzati come arredi della nuova scuola di stampo aeronautico-futurista.

Tutte le classi saranno rigorosamente pressurizzate e potranno spostarsi liberamente in orizzontale e in verticale, cambiando posizione ogni giorno. Un praticissimo tabellone a palette anni 60 (contrabbandati da Licio Gelli dopo il fallimento della Pan Am) indicherà ogni mattina i Gate dove si trovano le classi. I classici banchi in legno saranno dotati di cinture di sicurezza, calamaio e pennino in kevlar e mascherine con erogatore per ossigeno al gusto fragola. In classe sarà vietato fumare.

I tagli al personale docente saranno bilanciati dall’assunzione di gran parte degli esuberi Alitalia, con grande aumento della qualità del servizio: i bambini saranno accolti da popputissime hostess che si occuperanno del check-in e dei punti Mille Miglia, sostituendo finalmente le grasse e bigie bidelle socialiste. Le superstiti della categoria avranno comunque l’obbligo della divisa: date le tipiche dimensioni delle bidelle italiane, saranno utilizzate due divise per ogni bidella, assemblate con maestria dalle stesse; l’effetto cubista è garantito e potrà tranquillamente essere spacciato per l’ennesimo completo destrutturato del pret a porter italiano, con plauso delle principali testate di moda. Il personale di terra aiuterà i bambini nelle procedure di imbarco degli zaini, suggeriranno durante le verifiche di matematica e tireranno le palline di carta con la cannuccia delle biro-gadget Alitalia a forma di aeroplanino (fortemente volute da Bonomi per il rilancio d’immagine della compagnia, realizzate in più di 5 milioni di esemplari e subito accantonate perché scrivevano solo in verde, il colore più inutilizzabile della storia dell’uomo. Dopo un fallito tentativo di trattative bilaterali per rivenderle sotto banco sia alla Lega Nord che ai Verdi, sono state argutamente riciclate come bastoncino da cocktail sulla tratta Roma- Seul, con grande giubilo per i turisti coreani).

Subito dopo le regolari operazioni di check-in, si procederà all’imbarco degli zaini. Il bagaglio sarà smistato e puntualmente recapitato in classe prima del suono della campanella. Al termini delle lezioni potrà essere recuperato nei classici nastri trasportatori (provenienti dall’ala dimessa di Fiumicino), salvo imprevisti: alla scuola elementare Leopardi di Roma sono già state smarrite il 60% delle cartelle, il 45% di astucci e oltre il 90% delle merendine, delle quali sono stati ritrovati solo gli involucri.

La parola d’ordine è: basta con l’egualitarismo dirigista. I bambini più facoltosi potranno acquistare il biglietto di Business Class e seguire le lezioni su accoglienti poltrone reclinabili dotate di tv al plasma e frigo bar sempre ben fornito di liquori nazionali e di importazione. A loro disposizione anche la lounge room dove consumare l’intervallo sorseggiano un Billy di champagne e assaporando uno dei Cubani selezionati personalmente da Tinto Brass. Per le bambine fashion victim è previsto in dotazione il grembiulino a quadretti modello “Barbarella” con minigonna trapezoidale, giubbetto e visiera in vinile, grazie al quale potranno agevolmente camminare sugli stipiti delle porte (anche grazie all’aiuto dell’LSD).

Passato l’emendamento del PD, su esplicita richiesta di Cossutta, che prevede per i bambini più alternativi un grembiulino metallizzato modello “Piccolo cosmonauta sovietico” con foto di Gagarin sul petto e peluche di Laica inclusi nel prezzo.

Dato che gli stipendi dei maestri saranno commisurati alla percentuale di riempimento delle classi, si temono gli effetti di un overbooking spinto. I bambini che resteranno a terra, quasi sempre con ridotte disponibilità economiche dato che andando a scuola in autobus arrivano in ritardo, saranno confluiti nella Bad School (costituita con Decreto Legge che sospende l’intera Costituzione Italiana per 6 mesi e reintroduce la Corte Marziale) insieme agli altri asset non più spendibili: tetti in eternit, infiltrazioni d’acqua, bagni alla turca, maestre coi baffi e le gonne di flanella, fotocopiatrici rotte, insegnanti di educazione fisica obesi e minestrone scotto.

Si attende con trepidazione l’ingresso del partner straniero.

Ad oggi però si sono fatte avanti solo le Gemelle Kessler.

venerdì 3 ottobre 2008

Fetenzia graffiti

Al via come ogni anno, l’ormai imperdibile Festa del Cinema di Roma si prepara ad aprire i battenti ad uno stuolo variopinto di attrici, registi, produttori, cantanti, cialtroni, strozzini e sgualdrine che catalizzeranno per una settimana le luci della capitale.

La grande novità di questa edizione è il radicale cambio di approccio imposto dal Campidoglio alla kermesse cinematografica, tacciata di essere borghese, boriosa e brovinciale da emeriti esponenti della intellighenzia nazionale, primo fra tutti l’affabilissimo Roberto Castelli, che argutamente fa notare come i tre aggettivi comincino tutti con la B, come Bolscevico e Bibitaro.

Maurizio Gasparri si trincera elegantemente dietro un “me cojoni”, mentre la giunta Alemanno ha da tempo pianificato una serie di provvedimenti necessari a rendere la Festa del Cinema più vicina alle piccole necessità della gente e al vero spirito romano, senza ovviamente dimenticare il glamour da red carpet tanto enfatizzato nelle edizioni Veltroniane.

E proprio per rimarcare la discontinuità con il precedente sindaco, il classico tappeto rosso sarà sostituito da un più agreste percorso ghiaiato, perimetrato ai lati da balle di fieno e allegramente arricchito da ovini e pollame di vario genere. Secondo il primo cittadino l’effetto folk-chic è assicurato e contemporaneamente si ricrea la verace gioia pascoliana delle sagre agropontine. Perplessi gli studios hollywoodiani alla proposta di fare arrivare le star non più sulla tipica limousine ma sui carri allegorici della Sagra di Capracotta, gentilmente forniti dall’Associazione Viticoltori Ciociari.

Regola n° 1: svecchiare le convenzioni sinistroidi che hanno discreditato la cultura italiana nel mondo.

Ma soprattutto Regola n°0: “risparmià perché nun c’abbiamo n’a lira”, anche a costo di qualche piccolo sacrificio: netta riduzione degli inviti alle inutili e costose celebrità americane, che oltre tutto vengono a rubare il lavoro agli italiani, orientando maggiormente le scelte verso i grandi interpreti del cinema tricolore. Confermata la presenza di nomi prestigiosi quali Er Cipolla, Sergio Vastano, Enzo Braschi, Lory Del Santo, Enzo Cannavale, Alfonso Thomas (da morto) e Gianni Baget Bozzo, in veste di mediatore culturale.

Sul versante dell’offerta cinematografica, mai così ricca a variopinta, spiccano le pellicole degli autori italiani emergenti, uno fra tutti Nunzio Tartarella, che con i suoi precedenti capolavori come “Pastiera insanguinata” e “La trovatella di Pozzuoli” ha commosso il mondo, e nella sezione “Polvere di guapperia” propone il docu-film che restituisce uno spaccato della vera Napoli, solare e gioiosa : “Tramonto al Rhum” ,affascinante affresco corale ottenuto rimontando sapientemente 26 puntate di “Un posto al sole”, due film di Totò, tre di Nino D’angelo, lo spot Slim Fast con Marisa Laurito e un video amatoriale sulla preparazione dei Babà.

Ricchissima la rassegna “Fetenzia graffiti” sui neo-scollacciati come “La poliziotta fa l’occhiolino a Bertolaso” con la procace Edwige Fenech nel ruolo della poliziotta e “L’insegnante all’inceneritore di Acerra con tutta la classe” con la burrosa Nadia Rinaldi nel ruolo dell’inceneritore.

Grande attesa per la retrospettiva sulla filmografia di Lando Buzzanca, organizzata con l’intento di restituire agli italiani il vero cinema di bandiera, un cinema sano e pecoreccio, per anni oscurato dalla sinistra oscurantista ed esterofila che preferiva Visconti (che era frocio) alle poppe di Nadia Cassini e Kusturica (che è rom) ai rutti del conterraneo Bombolo.

Prezioso il corollario degli eventi collaterali dal forte respiro internazionale come gli attesissimi concerti “Oreste Lionello plays his hits”, “Lando Fiorini live at Tor Vajanica” e “Iva Zanicchi canta Roma Capoccia”. Per gli intellettuali più intransigenti sono previste in cartellone straordinarie letture pubbliche dei grandi classici del ‘900 come “Alvaro Vitali legge Dostoevskij coi peti” (disponibile anche in audiolibro), “Pamela Prati decanta Belli in sardo" e “Natalie Caldonazzo legge Cronaca Vera”.

Per le fashion victims verrà inaugurato un favoloso megastore a forma di ossobuco, dove prosperose matrone romane in costume consiglieranno i turisti nell’acquisto dei nuovi gadget ideati dalla giovane ministro Giorgia Meloni in collaborazione con Daniela Santanchè: manganelli in coccodrillo, busti del duce in alabastro, fez in velluto damascato, kit aratro + spada da giardino, tessere annonarie in carta dorata e olio di ricino profumato al mughetto. Oggetti icona diventati già un must dell’inverno e tutti rigorosamente griffati con il logo della Festa del Cinema a caratteri romani.

Palpitazioni in Viale Mazzini per l’attesissima maratona televisiva targata Rai Uno, che aprirà ufficialmente la Festa del Cinema, nella quale Lorena Bianchetti ballerà per 32 ore ininterrotte il “Lago dei cigni” in Piazza San Pietro, attendendo un segnale di magnanimità del Pontefice per interrompere il suo personale omaggio al Signore.

Dato che il Papa ha sadicamente prenotato un safari in Kenya, gli autori prevedono che intorno alla dodicesima ora di danza sarà necessario abbattere la simpatica conduttrice che, in preda all’estasi di visione messianiche, contorcimenti diabolici e danze sabbatiche, potrebbe creare qualche malumore nelle alte schiere Vaticane.

Migliaia di abbonati RAI, giunti da tutta Italia per infamarla, non aspettano altro.