martedì 15 settembre 2009

L'isola del Famoso


Persino le bibbie della critica cinematografica come Variety e il Cahiers du Cinéma hanno dovuto capitolare di fronte all’inaspettata portata dell’evento cinematografico. La giuria della Mostra di Venezia si è rassegnata in un costernato imbarazzo di fronte all’impossibilità di giudicare un’opera filmica di tale portata. Un meta-film girato e ritrasmesso su televisione e carta stampata all’insaputa del Protagonista, una faraonica versione di “The Truman show” che al confronto “Quarto Potere” sembra “Fracchia la belva umana” ; la “Fiction infinita” dove gli studi cinematografici sono il mondo intero, le scenografie sono reali e gli attori entrano ed escono dalla finzione senza soluzione di continuità.
Ed è solo grazie ad una improvvida dichiarazione di uno degli attori secondari, tale Giampaolo Tarantini, che nel film interpreta un procacciatore di prostitute d’alto bordo, che oggi il mondo è venuto a conoscenza del più grande film fantapolitico della storia (che al confronto “Ben Hur” sembra “I Cesaroni”). Il Tarantini ha rivelato pubblicamente che le colleghe erano regolarmente remunerate per le loro prestazioni, in particolare alcune attrici scritturate dalla produzione per interpretare il ruolo delle escort, con l’intento di ravvivare l’andamento un po’ sopito della trama . Al che il Protagonista Silvio “Truman” Berlusconi , graniticamente convinto che le donne siano capitolate alla sue avances solo grazie alla sua instancabile potenza amatoria, si è insospettito; il pericolo che l’intera copertura saltasse è stato così reale da necessitare un pronto intervento dell’insospettabile ed evanescente Gianni Letta, qui alla sua opera prima come regista-ombra.
Rientrata l’emergenza, il regista ha dovuto rivelare sotto il fuoco incrociato della stampa internazionale i particolari della sua grandiosa opera “in progress” , presentando a pubblico e critica il materiale finora girato.

Trama

Un piccolo e molesto imprenditore milanese, grazie a tre reti televisive e ad alcune amicizie poco trasparenti, diventa a più riprese il capo di governo di un paese europeo di pura fantasia (che ricorda vagamente una versione folkloristica dell’Italia, ma più cafona, arrogante, arretrata e provinciale). Dopo anni di ininterrotte, surreali ed esilaranti gag politiche e personali, (chiamate dal Protagonista “successi” ) il suo potere egemone e totalitario viene messo in pericolo da 10 semplici domande di un quotidiano e da una scafata escort di professione. I più raffinati cinefili lo hanno definito “ una miscela riuscitissima tra la comicità alleniana del Dittatore dello stato libero di Bananas e la disperazione post-atomica del Pianeta delle Scimmie” . Il giudizio unanime del pubblico è stato “me cojoni!” .

Durata

Ufficialmente la messinscena è iniziata ad aprile 2008, ma secondo numerosi beninformati sarebbe iniziata da 15 anni, fatto che la porrebbe in seria concorrenza con le più fortunate soap opera di sempre: nei giorni scorsi si sono avuti contatti serratissimi tra Letta e i produttori di Beautiful e Sentieri, fortemente interessati a rilevare i diritti dell’avvincente sceneggiatura fatta di festini, sesso, potere, denaro, complotti, cioè tutti gli ingredienti della tipica sit com familiare americana. Alla risposta di Letta che lo show è basato su un canovaccio rubato al Bagaglino e per il resto è frutto dell’innato spirito di improvvisazione dell’ignaro Protagonista, gli scafati produttori hanno felicemente ripiegato scritturando Mara Carfagna (che nel film interpreta il Ministro delle Pari Opportunità, ma in realtà si chiama Maria Rosaria e fa la valletta di terza categoria in televisione) per il remake soft porno di “Un medico in famiglia” .
Indefinita la data di fine lavorazione della pellicola: il termine ultimo dovrebbe coincidere con il limite biologico del Protagonista, ma si attendono speranzosi gli ultimi sviluppi della scienza medica e dell’animazione digitale (I personaggi di fantasia come Nonna Papera non muoiono mai, giusto?).

Cast tecnico

Trucco e costumi sono minimi, in quanto il Protagonista provvede già da sé. Maggiore è stato l’impegno finanziario necessario a ricostruire le bizzarre scenografie e le esotiche location. Scartata l’ipotesi di far vivere il finto Premier dentro una base spaziale orbitante, gli scenografi hanno optato per la pacchiana megalomania di una assurda residenza estiva, chiamata pomposamente Villa Certosa, degna del capo della Spectre: vulcani spenti, passaggi segreti, vasche con gli squali, reperti archeologici, mignotte. Al momento il protagonista non si è ancora accorto che le facciate sono di cartapesta sorretta da impalcature di metallo. Al termine della produzione la gigantesca opera posticcia sarà riconvertita in un outlet.
Degni di nota i prodigiosi effetti speciali che permetteranno di ricostruire digitalmente il centro storico dell’Aquila e migliaia di graziosi chalet per gli sfollati con gerani, nani da giardino e piscina: in uno dei momenti più struggenti della pellicola, il Protagonista in lacrime si congratulerà a reti riunificate con i volontari della Protezione Civile e con tutte le Forze dell’Ordine per il sovraumano impegno profuso. Degni di nota saranno anche i numerosi uomini della security che impediranno agli abruzzesi di distruggere il set, una volta accortisi della faraonica sòla.

Cast artistico

Lo sbarco al Lido tra due ali di fotografi e ammiratori in visibilio ha decretato la definitiva consacrazione delle due protagoniste femminili, Noemi Letizia e Patrizia D’Addario, nel rispettivo ruolo della maliziosa Lolita e della intraprendente mercenaria del sesso (nella vita reale la prima è l’autista di Craxi, la seconda una intraprendente mercenaria del sesso).
Criticato invece dai cinefili più snob, il cast che interpreta il governo è stato giudicato troppo caricaturale anche per un film tragicomico come questo. Alcuni caratteristi, come Renato Brunetta, sembrano presi di peso dal più sgangherato dei circhi equestri.
Possibile nomination agli oscar per l’attore che interpreta l’Onorevole Maurizio Gasparri, giudicato uno dei personaggi più geniali dell’anno, una sorta di Forrest Gump all’amatriciana, un ragazzo minidotato che grazie alla forza di volontà, all’impegno e alla tenacia diventa prima Ministro e poi portavoce del governo. Memorabile la scena in cui Gasparri, spinto solo dalla forza del riscatto sociale, riesce ad apporre sotto dettatura la sua firma sulla Legge Quadro delle Telecomunicazioni (data la difficoltà, pare che si siano avvalsi di una controfigura).
Plauso unanime dalle critica per tutto il cast che interpreta la fantomatica fazione politica chiamata “Lega Nord” , un manipolo di pazzi trogloditi ossessionati dagli uomini di colore. A detta del responsabile del casting, tale Giulio Tremonti (l’attore, che nel film interpreta con eccezionale bravura un folle e stralunato Ministro dell’Economia, ha confessato al mensile Ciak di aver creato il suo personaggio mescolando Willy Wonka e il Cappellaio Matto), la selezione è stata durissima: sono stati scelti attori professionisti (Roberto Maroni, Roberto Castelli,…) e personaggi presi dalla strada (degni di nota i bravissimi Borghezio, Calderoli, Salvini e Bricolo), paragonabili per patos ai “Ragazzi di Vita” di Pasolini e degni di uno scalcagnato freak show alla Ciprì e Maresco. Con grande sforzo di coordinamento produttivo, per la presenza di migliaia di comparse in costume, la scena epica della adunata celtica a Pontida è stato giudicata come una delle migliori scene di massa di sempre, alla pari con “Gandhi” e “I dieci comandamenti” . I più acuti hanno notato la presenza di una giovane promessa del rinato cinema italiano, Renzo Bossi, nel ruolo dello spavaldo e semi-analfabeta figlio del Ministro dei Rapporti col Parlamento, a sua volta interpretato da un Umberto Bossi in stato di grazia (“per metà guitto da commedia popolare e per metà menomato decadente alla Brando in Apocalypse Now”, Vanity Fair).

Scene cult

Tra le scene cult entrate direttamente nell’immaginario collettivo citiamo:
- mentre i carri armati sovietici si apprestano ad oltrepassare il confine dell’Abkhazia, Berlusconi interviene in extremis con un colloquio telefonico congiunto Putin-Saakašvili e scongiura una guerra nucleare imponendo la pace nel Caucaso (le voci al telefono sono di due noti doppiatori moscoviti);
- nel pieno della tempesta economica scatenata dal fallimento della Lehman Brothers, la fredda lucidità di Berlusconi si impone come autorevole faro della politica finanziaria globale. Al termine di un intenso colloquio, George W. Bush (interpretato da un validissimo Christian De Sica) si lascia convincere e, sotto gli occhi orgogliosi di Berlusconi, ordina l’immediato stanziamento di fantastilioni di dollari di aiuti alle banche;
- in preda ad un delirio di onnipotenza, degno di Al Pacino in Scarface, Berlusconi rilascia una serie di conferenze stampa allucinanti dove decanta i successi del suo Governo accompagnandoli con deliranti sondaggi di gradimento (68,4%), attaccando giornali comunisti e raccontando barzellette sconce. Con la stessa grazia surreale di un film di Charlot, la platea di giornalisti approva silenziosa.

Epilogo

Al termine della proiezione pare che la maggior parte dei presenti si sia guardata vicendevolmente in un silenzio irreale, attanagliata da una leggera, sopita ed inafferrabile sensazione di deja vù.