mercoledì 11 febbraio 2009

Rotazione nello spazio di un Fesso: ovvero, Tricolore più banana nella continuità dell'idiozia pneumatica


Come noto, la destra italiana è di fatto un’avanguardia astratta. Come descrivere altrimenti l’Espressionismo astratto di Umberto Bossi o le suggestioni Dada di Daniele Capezzone, che comunque lo giri sembra sempre un orinatoio?. L’ultimo sussulto lo regala un evergreen della fesseria all’italiana, Maurizio Gasparri, che ha raccolto intorno a lui un’invidiabile collezione di eminenti personalità politiche (da Borghezio a Bambi) per stendere il manifesto programmatico dei principi ispiratori del Governo Berlusconi. Liberamente ispirato dal Manifesto Futurista, il “Manifesto di Ricostruzione Gaspariana dell’Universo” si prefigge l'ambizioso obbiettivo di guidare i politici del PdL nell'iperspazio dell'idiozia.
Intervistato in merito alla presunta somiglianza con il Manifesto di Marinetti, Gasparri ha risposto dopo qualche minuto di riflessione con un sibillino “Embè?!”, per poi ammettere di riconoscersi nei valori estetici del Movimento Futurista, sperimentandoli già da anni: improvvise rotazioni a spirale su se stesso, esteso utilizzo delle parole in libertà (molto utilizzate zang, pof, tan tan e bling), espressioni del viso al tempo stesso plastiche e cinetiche (anche se all'apparenza possono sembrare le smorfie di un fesso, molti storici dell'arte sono concordi nel definirle con un efficace neologismo: “le smorfie di un fesso”).
Riportiamo in esclusiva il testo integrale.

  1. Il vuoto pneumatico sarà l’elemento cardine del nostro Governo. Noi vogliamo fare della mediocrità il nostro baluardo, delle corna il nostro marchio di fabbrica e dei soprattacchi la nostra divisa.
  2. Noi vogliamo orinare sulle istituzioni incancrenite mentre raccontiamo una barzelletta sporcacciona .Con la fetida Costituzione, vecchiume statalista, ci faremo arditi aeroplanini o cinetiche sfere di carta ciucciata da lanciare nelle scollature moderniste delle popputissime colleghe.
  3. Noi vogliamo che il politico si prodighi con ardore, sfarzo e magnificenza ardimentosa, a fare beatamente i cazzi suoi, specialmente se eurodeputato.
  4. Noi vogliamo danzare la gioia del parlare a vanvera, della frase sbagliata al momento sbagliato, della fesseria detta col sorriso sulla labbra, della strizzatina d’occhio, dei lustrini e delle paillettes.
  5. Noi vogliamo cantare la potenza del gesto dell’ombrello, la virilità del rutto, il piacere di un calcio in culo ben assestato. Perché dobbiamo tendere la mano quando basta il dito medio? Con il palmo si accarezza il gattino e con il pugno si stende il maghrebino!
  6. Noi vogliamo agire nel modo più irrazionale possibile, domandare è lecito, rispondere se ci va.
  7. Noi vogliamo mescolare il sacro e il profano come in una puntata di Uccelli di Rovo, esaltare le contraddizioni spirituali tra Dallas e Dynasty, Sue Ellen e Suor Germana, Mary Patty e Ambra, Sbirulino e Samantha Fox.
  8. Noi vogliamo collezionare pernacchie e sbandierare il paraculismo: essere antisovietici in America e antiamericani in Russia, baciapile coi porporati e mangiapreti all’occorrenza, anti-pandoro a Milano e anti-panettone a Verona.
  9. Noi viviamo già nell’assoluto, nell’eterna velocità onnipresente, nelle suggestioni ritmiche della modernità, nelle pulsazioni vibranti dell’avanguardia dirigista. Anche se non sappiamo cosa vuol dire.
  10. Non v’è bellezza, se non in un capannone ben fatto. Un capannone, coi suoi luccicanti pannelli prefabbricati, con il suo svettante tetto piatto, con il suo padrone dall’alito esplosivo, un capannone abusivo lanciato a folle velocità sulla complanare di Treviso è più bello della Vittoria di Samotracia (anche se non sappiamo cos’è).
  11. Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza delle reti Mediaset. Un programma mediaset, con i suoi culi sculettanti, con i suoi cagnolini abbandonati, con la sua emergenza sicurezza, con il suo gossip centrifugo, un telegiornale Mediaset che corre nell’iperetere del digitale terrestre è più bello della Vittoria Michela Brambilla (che sappiamo chi è).
  12. Noi crediamo nel fitness, sola igiene del mondo.
  13. Noi vogliamo cantare le canzoni di apicella e la virilità dei sughi pronti. Noi vogliamo glorificare il telecomando, estensione biomeccanica della mano, e il SUV, estensione biomeccanica del pene. Noi vogliamo esaltare il negozio in franchising, l’energica strafottenza della pappagorgia, l’impennata futurista del deficit pubblico, Pamela Prati al Bagaglino, i rigatoni e il falso in bilancio, la tribuna centrale allo stadio, la villa abusiva in Sardegna, il televoto e il riporto estremo.
  14. Insomma, noi vogliamo fare quello che ci pare e vaffanculo.

Al termine della stesura del manifesto pare che i componenti del movimento si siano lasciati andare ai consueti balli plastici (danze scoordinate simili a quelle improvvisate in occasione delle cadute di governo), accompagnati dai suoni onomatopeici della modernità (in generale le solite frasi destrutturate riservate da Gasparri per le interviste al TG1 della 20, più spesso peti fatti con le ascelle). Infiltrata speciale della Sinistra Critica all'evento festaiolo, Lucia Annunziata si aggirava vestita da cuneo rosso in rappresentanza del Suprematismo Sovietico, criticando ogni portata del buffet con espressione arcigna.

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