venerdì 29 gennaio 2010

I migliori Craxi della nostra vita



A 10 anni dalla scomparsa, Bettino Craxi continua ad alimentare la diatriba politica.
Il Centro destra: era un grande statista.
Il Centro sinistra: era un grande ciarlatano.
Vittorio Feltri: Fanculo a Di Pietro che l’ha messo alla gogna.
Di Pietro: Fanculo a Feltri!
Fanculo: ma che ci vadano loro due!
La petulante figlia Stefania, per non saper né leggere né scrivere, frigna. E intanto i sospetti che la sua riabilitazione sia da leggere alla luce dei rapporti politico-economici tra Bettino e Berlusconi si fanno più pressanti. Il Governo nega qualsiasi parallelismo tra le due presunte persecuzioni giudiziarie e rilancia una campagna di importanti riletture di personaggi storici. Al di sopra di qualunque sospetto.

Licio Gelli
Un tenero vecchietto appassionato di giardinaggio e lingotti d’oro, perseguitato dai giudici per il suo ruolo di guida spirituale e pranoterapeuta che gli valsero il nome di “Famoso Licio”. In sfregio a qualsiasi barlume di buon senso, fu condannato dalla magistratura comunista per piccoli gesti di gentilezza e amorevoli carinerie, tipo offrire un caffè a Sindona o accompagnare Calvi in una romantica passeggiata sui ponti di Londra.
Impareggiabile P.R, fondò il club più esclusivo d’Italia, il P2, acronimo di Piano 2, il livello di Villa Wanda dove di tenevano le memorabili feste di Licio. La lista degli invitati, ovviamente selezionatissimi, è rimasta segreta fino a che i comunisti non la pubblicarono a tradimento, scatenando le ire degli esclusi, in particolare un tristo e bigio magistrato comunista: Antonio Di Pietro.

Callisto Tanzi
Affabile e ingenuo commerciante al dettaglio di latticini, fu vittima dei diabolici raggiri di collaboratori sleali e fameliche banche americane: tutti i giovedì sera un banchiere di Bank of America, uno di Goldman Sachs e uno della JPMorgan si recavano a Parma, su invito di Fausto Tonna, per una goliardica partitella con Tanzi al famoso gioco da tavolo “Crack! L’emozione di perdere un miliardo”. Solo dopo anni a Tanzi fu comunicato che i miliardi che regolarmente perdeva erano veri. È stato ingiustamente accusato di aggiotaggio per aver dichiarato in un intervista di odiare i succhi di frutta. Attualmente si occupa della produzione di succhi di frutta che spreme personalmente in cucina, storcendo la bocca dal disgusto. Odia profondamente Antonio Di Pietro. E non sa perché.

I furbetti del quartierino
Perché tanto accanimento contro questi 4 simpatici compagni di marachelle?
Forse per lo snobismo di certi critici cinematografici di sinistra che vedevano nelle loro “bischerate” l’ennesimo spassoso remake di “Amici Miei”?
Appassionati alpinisti, si sono dedicati alle intrepide scalate dei famosi gruppi “Corriere della sera”,”Antonveneta” e “BNL”, a detta di Reinold Messner più insidiosi del Nanga Parbat. Accompagnati dallo sherpa Antonio Fazio sono stati vittime dell’agguato di Antonio Di Pietro, travestito da Yeti, sulla parete est del gruppo “RCS”, quella che si affaccia su Via Solferino.

Il mostro di Milwaukee
Timido, riservato e un tantino necrofilo. Collezionista di statuette Thun a forma di genitali fu il precursore della lotta contro i DICO. Il suo impegno verso le molteplici sfaccettature del mondo gay, sfaccettate con la mannaia, gli hanno valso la gratitudine delle gerarchie vaticane. Da quando l’ assessore leghista Ursus ha formalmente sdoganato il cannibalismo come antica tradizione paleolitica da tutelare e preservare, è stato pienamente riabilitato. Bruno Vespa sta preparando una puntata celebrativa con il plastico di Milwaukee in scala 1:2, durante la quale sarà consegnata la Laurea Honoris Causa in Egittologia, per i significativi progressi nel campo della mummificazione, e la chiavi della città di Garlasco, in contumacia. Perseguitato da un gruppo di condomini comunisti cappeggiati da Antonio Di Pietro, fu da questi accusato di orribili nefandezze come scuotere la tovaglia dalla finestra e sporcare le scale appena lavate. La sua richiesta di legittimo impedimento (aveva il minestrone sul fuoco) non fu accolta.

La strega di Biancaneve
Un’elegante signora della borghesia Disneyana, con leggeri problemi di autostima e un menage familiare piuttosto complicato. Accusata ingiustamente dalla magistratura comunista per aver offerto una mela a Biancaneve, si difese rivelando platealmente che tutte le streghe della Disney regalavano mele avvelenate e che era la normale prassi per poter ottenere l’ambito ruolo di “Strega della Disney”. Da quel momento subì l’ostracismo del potentissimo “Partito delle Streghe Disney” e fu vittima del famoso episodio del lancio delle monetine da parte degli scoiattoli del bosco.
Si esiliò volontariamente a Disneyland, in Florida, passando il resto della vita ad infamare Antonio Di Pietro.

Caligola
Imperatore romano stravagante, bizzarro ed erotomane, noto ai più per il suo disprezzo verso le istituzioni, che accusava ciclicamente di complotti contro la sua persona.
Intemperante e vanaglorioso, nominò degli animali come senatori e si rese popolarissimo per le elargizioni alla plebe, gli annunci dell’abbassamento del peso fiscale e i costosissimi spettacoli, che furono causa del dissesto delle finanze pubbliche.
Grazie ad Antonio Di Pietro e Tinto Brass, oggi il suo nome è ingiustamente utilizzato come sinonimo di libidine e depravazione sessuale. Per questo Berlusconi ha deciso di candidarlo come governatore della Puglia.

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