venerdì 12 settembre 2008

L'erba del vicino è sempre di Berlusconi


Il ritorno dalle vacanze estive è storicamente e atavicamente traumatico. Milioni di persone rientrano dalla breve parentesi balneare con l’ingenua illusione che qualcosa sia cambiato, nella loro vita e nell’Italia intera.

Lo shock di ritrovare l’intero Paese nelle solite pietose condizioni produce nel medio-onesto italiano agghiaccianti manifestazioni psicosomatiche: nausea, convulsioni, eruzioni cutanee, libido azzerata, variazioni cromatiche e visioni.

I primi sintomi si manifestano solitamente alla riaccensione del televisore dopo mesi di totale astinenza (e disintossicazione grazie ai film di Totò e Aldo fabrizi), in cui il telespettatore è preda di celestiali visioni dei grandi momenti della televisione italiana: Corrado al Pranzo è Servito, i Promessi Sposi del Trio che cantano We are the World, Gianfranco D’Angelo che imita Raffella Carrà a Drive In, Loredana Bertè che canta a Sanremo con la sveglia, Mina a Studio Uno, Renzo Arbore e Nino Frassica a Quelli della Notte, Wanna Marchi che dice di dimagrire, Heather Parisi che alza la gamba, il pupazzo Uan, l’A-Team e Magnum P.I.

In genere le urla dei tronisti e degli ospiti di Alda D’Eusanio riportano il telespettatore alla cruda realtà catodica, provocando normalmente la morte dei soggetti più deboli (anziani, malati cardiaci ed elettori del Pd) e solo temporanee lesioni celebrali nelle persone più robuste e temprate (coltivatori diretti, addetti ai Call Center, correntisti della Banca popolare di Lodi, venditori del Folletto e piccoli azionisti dell’Alitalia).

Personalmente la pausa estiva mi provoca un’innaturale tabula resa preconcettuale, una regressione istantanea della mente ad uno stato pseudo-infantile.

Il mese di settembre è perciò dedicato all’osservazione attonita del mondo, alla riscoperta dei fragili meccanismi sociali che regolano i rapporti umani, allo stupore nello scoprire Umberto Bossi ancora in vita e Renato Brunetta ancora basso e alla meraviglia nel constatare che un’intera estate di lavoro non è riuscita a scalfire la piega perfetta dei capelli di Maria Stella Gelmini.

Gli interrogativi si susseguono e si accavallano, le domande si ripresentano con ingenua insistenza, i misteri si infittiscono.

Uno su tutti.

Ma perché la gente insiste imperterrita ad andare all’OBI?

Questo luogo no time no space sospeso nel paradosso, dove un trapano a colonna costa 2 euro e 90 e una confezione di chiodini da parete 7 euro. Cosa mai comprerà le gente all’OBI?!

Impauriti dal ritorno della guerra fredda stanno facendo scorta di batterie da auto, lampadine e pergolato di larice? Potrà avere qualche utilità acquistare 22 piatti doccia? Quante cazzo di casette di legno può contenere il giardino di una villetta a schiera? Pensano di impilarle?! E poi perché orde di anziani da appartamento sono in fila dalle 6 per fare incetta di attrezzi da giardinaggio? Qual è l’utilità di avere 4 kit di chiavi inglesi e un bidone da 20 litri di stucco da legno?

L’ipotesi più probabile è che la popolazione over 60, spaventata dallo Scalone e dai volantini dei giovani dei Circoli della Libertà, stia pianificando di costruire un’enorme arca di Noè e fuggire alle Canarie, evitando così di dover accudire i nipotini stronzi e le piante grasse (o i nipotini grassi e le piante stronze) dei propri figli.

La confusione aumenta quando cerco di fornire risposte a fenomeni paranormali apparentemente inspiegabili, sui quali neanche Focus riesce a fare luce.

Uno su tutti la sparizione dei rifiuti da Napoli.

Un’emergenza durata 14 anni e magicamente risolta in 3 mesi.

Sarà stato San Gennaro? Quest’anno invece che sciogliere il sangue ha fatto sciogliere i rifiuti?

Qualcuno li ha compressi e trasformati in nani da giardino dell’OBI?

Forse Napoli è stata commissariata e scorporata: nella New Company guidata da volenterosi imprenditori (Ricucci, Gnutti e Martufello) sono confluiti gli asset spendibili come Pulcinella, Maradona, le cravatte di Marinella, la mozzarella di Bufala, i cd di Mario Merola, i Babbà e Marisa Laurito, mentre i rifiuti sono stati interamente traghettati nella nuova sede senegalese della Bad Company, a capitale statale.

Voci discordanti additano invece la camorra: pare che la potente organizzazione criminale si sia impossessata dei rifiuti Campani e li abbai stipati sugli spalti degli stadi, nelle sedi dei Consigli Regionali, negli Uffici Postali, sui treni, nei punti vendita Calzedonia, nello studio di Buona Domenica e nei negozi Tecnocasa. Il 90% degli intervistati ha dichiarato di non avvertire alcuna differenza.

Altre domande.

Quando l’OCSE dice che la scuola italiana fa pietà tranne le Elementari, perché la riforma della Gelmini modifica l’unica cosa che funziona?

Ad una prima occhiata disattenta potrebbe anche sembrare paradossale.

Non sarebbe stato meglio obbligare gli studenti delle scuole superiori a portare il grembiulino, così i genitori risparmiano sui jeans firmati? I bambini musulmani devono portare le babbucce a punta e il turbante? Per quelli cinesi è obbligatorio il cappello di carta di riso e canna di bambù-uu-uu-uu?

Ma il maestro unico deve avere per forza la penna rossa e la gonna a balze?

Anche se è maschio?

E ancora.

Quando Tremonti dice che l’ICI non tornerà è come quando diceva che non avrebbe più fatto condoni?

E Calderoli quando dice che con il federalismo le tasse saranno più eque era come quando diceva che se avrebbero vinto loro non sarebbe sbarcato neanche un clandestino?

Chi lo sa?!

Il picco del mistero poi lo si raggiunge con l’Alitalia.

Dopo mesi di attenti studi da me intrapresi per dipanare il bandolo della matassa, proverò a riassumere con una favola adatta anche ai più piccini le avventurose vicende della compagnia di bandiera; per renderla poi comprensibile e accattivante anche all’ampio pubblico degli elettori del Partito delle Libertà, utilizzerò quel tono garbato e quel gusto raffinato a cui ci hanno normalmente abituati:

    Una mignottona romana, vecchia gloria dei marciapiedi capitolini degli anni 60, ora decaduta, grassa, flaccida e scambista, viene casualmente adescata da un ricco imprenditore francese che le offre 100 euro per una prestazione.
    La zoccola è molto allettata e sta per accettare, ma il suo magnaccia, un nano da giardino travestito da gangster, pelato e con la gotta, tenta di dissuaderla dicendole che i francesi non sono alla sua altezza, mangiano formaggi con la muffa, non hanno il bidet e sono dei noti pederasti. Inoltre le sussurra che un gruppo di suoi volenterosi amici sarebbero disposti a rilanciarle la carriera come protagonista di un reality show a sfondo sessuale con una paga base di 1 milione di euro.
    Valutando rapidamente le condizioni della televisione italiana, la bagascia accetta entusiasta la proposta e caccia a pedate il francese coprendolo di contumelie. Intanto il magnaccia prende tempo e la lascia sulla strada, si fa risuolare le scarpe, spara cazzate e trascorre un mese di vacanza in Sardegna (e contemporaneamente in altre 4 località. Ubiquità? Altro mistero…). Al suo ritorno la troiona è diventata ancora più brutta e grassa, ma lui e i suoi amici non si abbattono; rubano gli ultimi gioielli alla vecchia e li mettono su una bambola gonfiabile di nome Ramona che in poco tempo scala le classifiche mondiali con l’album “O”, conduce un talk show con Maurizio Gasparri e diventa ministro. Nel frattempo la povera battona finisce nuovamente sulla strada, condannata ad un tramonto ormai inevitabile. Finchè un bel giorno ripassa il francese, la squadra da cima a fondo, si rende conto delle condizioni e con 10 euro se la porta a casa.

Buonanotte e sogni d’oro.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Beh, ha fatto anche buone cose. Ad esempio ha dato Alitalia A
Alitaliani, perugia ai parigini, sinigalia ai cingalesi.

Anonimo ha detto...

Lasciatelo stare... anzi... toccatelo, ha detto che vorrebbe...