venerdì 3 ottobre 2008

Fetenzia graffiti

Al via come ogni anno, l’ormai imperdibile Festa del Cinema di Roma si prepara ad aprire i battenti ad uno stuolo variopinto di attrici, registi, produttori, cantanti, cialtroni, strozzini e sgualdrine che catalizzeranno per una settimana le luci della capitale.

La grande novità di questa edizione è il radicale cambio di approccio imposto dal Campidoglio alla kermesse cinematografica, tacciata di essere borghese, boriosa e brovinciale da emeriti esponenti della intellighenzia nazionale, primo fra tutti l’affabilissimo Roberto Castelli, che argutamente fa notare come i tre aggettivi comincino tutti con la B, come Bolscevico e Bibitaro.

Maurizio Gasparri si trincera elegantemente dietro un “me cojoni”, mentre la giunta Alemanno ha da tempo pianificato una serie di provvedimenti necessari a rendere la Festa del Cinema più vicina alle piccole necessità della gente e al vero spirito romano, senza ovviamente dimenticare il glamour da red carpet tanto enfatizzato nelle edizioni Veltroniane.

E proprio per rimarcare la discontinuità con il precedente sindaco, il classico tappeto rosso sarà sostituito da un più agreste percorso ghiaiato, perimetrato ai lati da balle di fieno e allegramente arricchito da ovini e pollame di vario genere. Secondo il primo cittadino l’effetto folk-chic è assicurato e contemporaneamente si ricrea la verace gioia pascoliana delle sagre agropontine. Perplessi gli studios hollywoodiani alla proposta di fare arrivare le star non più sulla tipica limousine ma sui carri allegorici della Sagra di Capracotta, gentilmente forniti dall’Associazione Viticoltori Ciociari.

Regola n° 1: svecchiare le convenzioni sinistroidi che hanno discreditato la cultura italiana nel mondo.

Ma soprattutto Regola n°0: “risparmià perché nun c’abbiamo n’a lira”, anche a costo di qualche piccolo sacrificio: netta riduzione degli inviti alle inutili e costose celebrità americane, che oltre tutto vengono a rubare il lavoro agli italiani, orientando maggiormente le scelte verso i grandi interpreti del cinema tricolore. Confermata la presenza di nomi prestigiosi quali Er Cipolla, Sergio Vastano, Enzo Braschi, Lory Del Santo, Enzo Cannavale, Alfonso Thomas (da morto) e Gianni Baget Bozzo, in veste di mediatore culturale.

Sul versante dell’offerta cinematografica, mai così ricca a variopinta, spiccano le pellicole degli autori italiani emergenti, uno fra tutti Nunzio Tartarella, che con i suoi precedenti capolavori come “Pastiera insanguinata” e “La trovatella di Pozzuoli” ha commosso il mondo, e nella sezione “Polvere di guapperia” propone il docu-film che restituisce uno spaccato della vera Napoli, solare e gioiosa : “Tramonto al Rhum” ,affascinante affresco corale ottenuto rimontando sapientemente 26 puntate di “Un posto al sole”, due film di Totò, tre di Nino D’angelo, lo spot Slim Fast con Marisa Laurito e un video amatoriale sulla preparazione dei Babà.

Ricchissima la rassegna “Fetenzia graffiti” sui neo-scollacciati come “La poliziotta fa l’occhiolino a Bertolaso” con la procace Edwige Fenech nel ruolo della poliziotta e “L’insegnante all’inceneritore di Acerra con tutta la classe” con la burrosa Nadia Rinaldi nel ruolo dell’inceneritore.

Grande attesa per la retrospettiva sulla filmografia di Lando Buzzanca, organizzata con l’intento di restituire agli italiani il vero cinema di bandiera, un cinema sano e pecoreccio, per anni oscurato dalla sinistra oscurantista ed esterofila che preferiva Visconti (che era frocio) alle poppe di Nadia Cassini e Kusturica (che è rom) ai rutti del conterraneo Bombolo.

Prezioso il corollario degli eventi collaterali dal forte respiro internazionale come gli attesissimi concerti “Oreste Lionello plays his hits”, “Lando Fiorini live at Tor Vajanica” e “Iva Zanicchi canta Roma Capoccia”. Per gli intellettuali più intransigenti sono previste in cartellone straordinarie letture pubbliche dei grandi classici del ‘900 come “Alvaro Vitali legge Dostoevskij coi peti” (disponibile anche in audiolibro), “Pamela Prati decanta Belli in sardo" e “Natalie Caldonazzo legge Cronaca Vera”.

Per le fashion victims verrà inaugurato un favoloso megastore a forma di ossobuco, dove prosperose matrone romane in costume consiglieranno i turisti nell’acquisto dei nuovi gadget ideati dalla giovane ministro Giorgia Meloni in collaborazione con Daniela Santanchè: manganelli in coccodrillo, busti del duce in alabastro, fez in velluto damascato, kit aratro + spada da giardino, tessere annonarie in carta dorata e olio di ricino profumato al mughetto. Oggetti icona diventati già un must dell’inverno e tutti rigorosamente griffati con il logo della Festa del Cinema a caratteri romani.

Palpitazioni in Viale Mazzini per l’attesissima maratona televisiva targata Rai Uno, che aprirà ufficialmente la Festa del Cinema, nella quale Lorena Bianchetti ballerà per 32 ore ininterrotte il “Lago dei cigni” in Piazza San Pietro, attendendo un segnale di magnanimità del Pontefice per interrompere il suo personale omaggio al Signore.

Dato che il Papa ha sadicamente prenotato un safari in Kenya, gli autori prevedono che intorno alla dodicesima ora di danza sarà necessario abbattere la simpatica conduttrice che, in preda all’estasi di visione messianiche, contorcimenti diabolici e danze sabbatiche, potrebbe creare qualche malumore nelle alte schiere Vaticane.

Migliaia di abbonati RAI, giunti da tutta Italia per infamarla, non aspettano altro.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Indiscrezioni, per modo di dire, anzi ne sono convinto, dicono che sarà un documentario sulla vita di Donna Assunta Almirante dal titolo "Sono io che in famiglia porto i pantaloni", per la serie oltre le collane di perle c'è di più (?), sarà l'unico vero protagonita della rassegna. Assunta appena appresa la notizia ha dichiarato." Mamma mia mo che no c so ppiù le sorella fontana dov'e trovero' il vestito" e incalza quando qualcuno le chiede di anticipare il colore "ora che la sinistra è defunta- o come dicono loro iextraparlimentare- ho sdoganato il rosso,ormai la vera politica sociale la fa la destra e mi vestirò di rosso come provocazione" intanto la solita disturbatrice urla incessantemente, coprendo quasi la voce della vedova Almirante, " e lo rivendico con orgoglio". CERNE