venerdì 7 novembre 2008

La strategia della pensione

Il revisionismo storico ha colpito un'altra vittima innocente. Dopo la beatificazione di Pio XII, l’assoluzione dei repubblichini e la rivalutazione di Marco Masini, un altro personaggio viene nuovamente resuscitato dal limbo dell’anonimia contro la sua esplicita volontà: Licio Gelli, negli ultimi anni talmente riabilitato dal centro destra da rasentare un’improbabile bonarietà senile ed essere scelto come nuovo testimonial della kinder al posto del bambino spocchioso impresso sulle confezioni delle note barrette al cioccolato (in realtà una bieca mossa commerciale della Ferrero per ribaltare l’edulcorata immagine dei suoi prodotti dolciari e proporli con quella inaspettata vena di accattivante sadismo alle nuove generazioni assuefatte alla violenza gratuita. In fase di montaggio il nuovo spot televisivo diretto da Jean Claude Van Damme che sostituisce la melensa pubblicità con Licia Colò: su un volo di linea una tenera bambina, con orsacchiotto al seguito, si avvicina al Venerabile scambiandolo per una Winx, attirata dalla sua tunica metallizzata tipo Mago Otelma. La piccina gli offre una barretta di cioccolato quando improvvisamente il Gran Maestro balza in piedi con inaspettata agilità, strappa la confezione alla bambina ridacchiando beffardo, getta una bombetta fumogena e si lancia fuori dal portellone avvolto dal mantello poco prima dell’esplosione del velivolo ad opera di un Mig libico. Nella discesa in paracadute addenta gagliardo una barretta recitando la frase di lancio, per poi atterrare nel giardino della villa di Dell’Utri. In preparazione il secondo spot dove Licio Gelli insegna alla figlia di Fiona May a costruire delle bombe carta a forma di busto del Duce.

Povero Gelli! Disorientato dal mondo moderno vorrebbe rimanere beatamente agli arresti domiciliari nella prigione dorata di Villa Wanda , ma è costretto dall’onda del revisionismo a rilasciare interviste per puntualizzare il solito pressappochismo degli esponenti politici italiani o per intavolare simpatici dibattici con Cossiga sul numero di agenti dell’OSS infiltrati nella Juventus.

Povero Gelli, bisogna capirlo. Si sente frustrato per la sua inutilità. Da quando le lobby non devono più incontrarsi segretamente con i cappucci alla Ku Klux Clan ma siedono direttamente nel consiglio dei ministri, i sindacati sono divisi, la magistratura è assoggettata ai capricci giudiziari dell’esecutivo, può ragionevolmente ritenere attuato il suo famoso “Piano di rinascita democratica”. Desideroso di attivare il passo successivo, il “Piano di rinascita imperiale” che prevede tra l’altro la conquista della Cirenaica e dell’Eritrea, il Venerabile ha cercato di fare il punto della situazione italiana a quasi 30 anni dalla “strategia della tensione”.

Fallito in partenza il tentativo di far esplodere un convoglio ferroviario, la più classica e scenografica tra le tattiche eversive: durante la collocazione dell’ordigno sull’ammiraglia di Trenitalia, l’agghiacciante “Feccia dell’adriatico”, i mercenari assoldati da Licio sono stati assaliti dalle zecche e dai venditori abusivi pugliesi di pomodoro e costretti a lanciarsi dal treno in corsa a cavallo dei cariolini portavivande. Oltretutto la carrozza ristorante in cui era nascosto l’esplosivo si è sganciata all’altezza di Portogruaro, deragliando rovinosamente e finendo in mare. Né i passeggeri, né i controllori FS si sono accorti della mancanza.

Deprimente il tentativo del Gran Maestro di riunificare il meglio della politica e dell’imprenditoria italiana sotto l’egida massonica: al cocktail party patrocinato dal Grande Oriente d’Italia, Maurizio Gasparri, assalito da un raptus di esotismo, ha parafrasato letteralmente l’invito e si è presentato in costume da Aladino con pantaloni a sbuffo e babbucce arricciate, ballando la danza del ventre. Mario Borghezio impresentabilmente agghindato da Geisha completo di rossettino Kabuki e Alessandra Mussolini in tenuta da ballerina Balinese ma senza mutande. Tra gli imprenditori Giuseppe Fiorani vestito da mongolo (cosa che inspiegabilmente gli riesce molto bene), Emma Marcegaglia in versione “La tigre e il dragone” sospesa a mezz’aria e Cesare Geronzi abbigliato da mandarino (l’agrume non il cinese). La Berluscones Isabella Bertolini ha dovuto necessariamente ripiegare su un costume da Iveco Daily con cassone trilaterale, non in tema, ma molto invidiato da Giuliano Ferrara che si è invece presentato come lottatore di Sumo professionista.

Resosi conto del livello, Gelli ha abbandonato prontamente la sala fuggendo da una botola sotterranea collegata direttamente con la sede della Venerabile Bocciofila del Santo Sepolcro di Gerusalemme, dove ha passato il resto della serata giocando con Andreotti e vincendo i premi trafugati dal solaio del Ministero degli Interni, inestimabili reliquie del complottismo all’italiana d’antan: due sommergibili atomici sovietici tagliandati, i fascicoli completi del dossier Mitrokin, il calco in gesso della lupara del bandito Giuliano, la portiera posteriore destra della Uno bianca autografata da Eva Mikula, i tracciati radar scomparsi di Ustica e la tessera del KGB di Cicciolina, (tutto materiale da incorporare al suo sterminato archivio che conta più di 100000 fascicoli sull’intera popolazione italiana, persino il dossier del SISDE che collega la sciatica di mia nonna al Golpe Borghese e l’elenco completo degli italiani che soffrono di emorroidi, nascosto opportunamente in un vaso di fiori)

Informato della recente fallita scalata del Corriere della Sera, il Gran Maestro ha confidato ai suoi fedelissimi che, essendoci quasi riuscito un decorticato come Stefano Ricucci, probabilmente la testata simbolo del potere mediatico è diventata talmente ininfluente nella vita del paese da essere un obiettivo dilettantistico. Per questo è stata pianificata l’acquisizione pilotata dei ben più autorevoli Donna Moderna e For Men Magazine: in una nota ritrovata dalla Guardia di Finanza in un pacchetto di Tampax, Licio Gelli pone l’accento sull’elevato potere eversivo dei contenuti editoriali, in particolare la capacità di irretire le menti dei lettori soggiogandole a pratiche illusorie e autolesive come “50 esercizi per addominali d’acciaio” o “12 posizioni per farla impazzire”. Da tempo il Venerabile tiene la rubrica di posta del cuore su Famiglia Cristiana con lo pseudonimo di Ci-Licio, dalla quale impartisce ai separatisti uruguaiani messaggi in codice, per lo più fraintesi dalle ragazzine dell’oratorio come consigli di pratiche sessuali deviate, puntualmente applicate con giubilo dalle stesse.

Al punto minimo di sconforto il Venerabile ha cercato di recuperare il glorioso braccio armato della P2, il caro vecchio rassicurante squadrismo nero e si è prontamente informato sulle attuali attività dei camerati di Casapound e Forza Nuova: bastonare i liceali quattordicenni, scudisciare i pensionati, portare a spasso cani fetenti e presentarsi con le mazze chiodate tricolori davanti agli studi RAI deserti, pretendendo ingenuamente di aggredire Federica Sciarelli, rischiosamente incuranti dei suoi ben noti poteri paranormali (con i quali da anni costringe coercitivamente milioni di anziani a seguire il suo programma)

Scartato anche il fanatismo fascista per le ovvie limitazioni neurologiche di cui sopra, lo scaltro Licio ha prontamente individuato dei degni sostituti da immolare alla causa insurrezionalista contro le istituzioni democratiche e lo Stato di diritto: gli Amici di Maria De Filippi. Spietati, sadici, integralisti, capaci di ballare continuativamente fino a perdere i sensi, sono lo strumento ideale per anestetizzare le masse in feroci discussioni sugli arabesque e permettere così una silenziosa riforma delle istituzioni in senso autoritario. Qualcuno ha fatto notare che non solo l’idea non è nuova ma è già stata attuata: l’allievo che supera il Maestro. Inevitabile l’immediato tracollo psicologico, seguito dall’acquisto degli adorati beni rifugio: un pallet di lingotti d’oro, più due sacchi di terriccio e dodici vasi di terracotta completi di finte ortensie per nasconderli in giardino.

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